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A MIÑA VIAXE
Nei dintorni della ria di Vigo numerosi punti panoramici naturali offrono eccellenti viste sulla costa e sul Parco Nazionale delle Isole Atlantiche. Fiancheggiando la ria, il monte Cepudo è il punto di partenza di un tour alla ricerca del Parco Naturale del Monte Aloia attraverso l'incredibile catena montuosa di O Galiñeiro, che collega le Rías Baixas con O Baixo Miño.
La ria di Vigo, nonostante la concentrazione di popolazione e lo sviluppo urbano, offre buoni scorci costieri. La più grande città della Galizia è circondata da muro verde di monti e catene ideali per passeggiare e ammirare il paesaggio.
Accanto al vicino monte Alba (503 m), il monte Cepudo (527 m) è il punto di partenza di questo itinerario che vanta i migliori panorami della città. Da questa posizione è possibile scorgere gran parte della città e un ampio tratto della costa meridionale della Galizia, comprese le diverse foci delle Rías Baixas.
Cepudo e Alba fanno parte di un grande parco forestale, che dispone di servizi per le giornate di svago. L'eremo di Nosa Señora da Alba protegge spiritualmente la ria dalla cima della montagna, attirando gli occhi di coloro che contemplano questi paesaggi.
Lasciando indietro le terre di Vigo, il percorso entra nel comune di Nigrán. Chandebrito ci accoglie con il suo castello e con la chiesa del XVIII secolo.
Tranquillo e rurale, contrasta con le zone più costiere di questa regione di O Val Miñor, densamente popolata. Dopo aver attraversato Vincios, prima di passare sopra l'autostrada, una svolta a destra ci introduce già nella Sierra de O Galiñeiro.
È una catena montuosa che si estende attraverso i comuni di Vigo, Gondomar, O Porriño e Tui fino a raggiungere Aloia, un parco naturale situato nel settore sud-est delle montagne.
Il passaggio attraverso O Galiñeiro avviene principalmente tra tranquille pinete che, ogni tanto, permettono di osservare le cime rocciose delle montagne, incluso il monte Galiñeiro, la vetta più alta che raggiunge i 705 metri nonostante la vicinanza alla costa.
Le leggende dei "mouros" sono comuni in tutto il territorio galiziano. Queste creature soprannaturali nascondevano e custodivano tesori ambiti dalla popolazione in "mámoas" (tumuli), castelli e in altri siti archeologici, che hanno dato origine a questi miti dell'immaginario popolare che sono rimasti scolpiti nella toponomastica con nomi curiosi: Forno dos Mouros o Casota de Mouros, Pena da Moura, ecc.
Nel caso della Sierra de O Galiñeiro questa presenza mitica è molto diffusa. I numerosi siti archeologici dei dintorni (insediamenti castrensi, castelli, mamoas e petroglifi, tra gli altri) significano una grande abbondanza di tesori. Le formazioni rocciose capricciose di massi e le pile granitiche sono interpretate come risultato delle azioni del mouros, spiegando con leggende locali ciò che da solo sembrerebbe inspiegabile.
Dopo diverse deviazioni e una volta superato il villaggio di Prado, attraverseremo il monte Aloia, la prima area della Galizia a essere dichiarata parco naturale nel 1979. Attualmente è il più piccolo per superficie tra i sei parchi naturali galiziani.
Nei suoi circa 750 ettari, le favorevoli condizioni climatiche, con temperature miti e abbondante presenza di acqua, consentono la coesistenza di specie autoctone (castagno, frassino o salice bianco) e una curiosa varietà di altre specie esotiche (abeti, cipressi o cedri ), risultato del ripopolamento degli anni '20 diretto dagli ingegneri Daniel de la Sota e Rafael Areses. Quest'ultimo dà il nome al Centro Visitatori, la Casa do Enxeñeiro Areses, un edificio del 1921 dall’architettura unica, punto di partenza di un interessante percorso botanico con vari pannelli interpretativi.
Tra i diversi valori della Sierra de O Galiñeiro va aggiunta la rilevanza geologica di questo luogo, dato che qui è presente un minerale che ha origine nel mantello terrestre, lo gneis, che spicca sulle vette.
La geomorfologia conferisce all'area una grande unicità, in particolare con le forme capricciose di origine periglaciale e che rispondono a nomi come A Cova da Becha o A Lapa da Moura.
Dalla cima della Croce di San Xiao (664 m) le molteplici viste consentono di interpretare i paesaggi di O Baixo Miño, delle valli fluviali dei fiumi Louro e Miño, con il grande fiume galiziano che segna un confine naturale e amministrativo con il Portogallo e che raggiunge il mare all'altezza del monte di Santa Trega, che si scorge in lontananza.
Il monte Aloia rappresenta anche un importante patrimonio materiale e immateriale. L' eremo di San Xiao e San Fins è stato costruito nel XVI secolo sui resti di un antico insediamento castrense. Sull'Alto dos Cubos i resti castrensi lasciano il posto a una parete lunga svariati chilometri e formata da grandi blocchi di pietra senza malta, chiamata Muraglia ciclopica di Aloia, la cui funzione rimane sconosciuta.
I misteri relativi al monte Aloia hanno portato a identificarlo con il mitico monte Medulio, in cui le tribù galiziane scelsero il suicidio piuttosto che essere dominate dall’impero romano. La visita in una giornata di nebbia rafforzerà il misticismo del luogo, trasportando il visitatore nel passato.
Il monte di O Castro definisce i dintorni del villaggio di Chandebrito. Con i suoi 359 metri di altitudine, costituisce una torre di avvistamento perfetta caratterizzata da una forte pendenza. Un sito difensivo che consente di dominare dall’alto la ria di Vigo e un ampio tratto della costa di Nigrán e Baiona.
Occupato tra il V secolo a.C. e il II secolo d.C., la sua posizione strategica è completata da un muro costruito sul versante settentrionale, il meno protetto dall'orografia. Il luogo fu meticolosamente scelto per stabilire gli insediamenti della cultura castrense.
La disposizione si riferisce ai “castri” montani, con un’insolita organizzazione di terrazze nelle regioni costiere. Lo spazio interno era strutturato per funzioni specifiche, con un'area composta da numerose grotte rocciose che venivano utilizzate come acropoli, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti.
Nelle vicinanze, la presenza di mulini e canali e una vasta rete di sentieri praticabili completano un insieme dall’elevato interesse storico, naturale ed etnografico.
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